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Dobbiamo imparare a “esserci” sul Pianeta. Una visione “ecopsicologica”

| Silvia Mongili

Tempo di lettura: 2 minuti

Dobbiamo imparare a “esserci” sul Pianeta. Una visione “ecopsicologica”
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Il compito di noi professionisti dell’educazione: facilitare percorsi di acquisizione di consapevolezza, per progettare azioni atte a sviluppare e attuare comportamenti resilienti. Il rischio dell’emergenza è il ritorno a una visione antropocentrica del mondo.

Silvia Mongili

Ciò che stiamo vivendo in questo momento storico potrebbe insegnarci qualcosa, ci sbatte in faccia che ogni azione dell’uomo provoca a catena infinite re-azioni, anche se a molti fa comodo non vederlo, forse in nome di uno sviluppo senza regole e totalmente inconsapevole. Continuo a pensare che d’ora in avanti sempre di più il compito di noi professionisti dell’educazione sarà facilitare percorsi di acquisizione di consapevolezza.
Avremo sempre più bisogno di progettare percorsi che aiutino le persone prima di tutto a comprendere che in questo nostro mondo tutto è connesso e che ogni nostra azione va pensata all’interno di un approccio eco-sistemico alla vita. Assumerà sempre più rilevanza progettare azioni atte a sviluppare e attuare comportamenti resilienti, gli unici che potranno aiutarci ad affrontare la stagione che verrà, improntata a una ri-costruzione personale, sociale e ambientale.

Il prossimo passo evolutivo

Saremo finalmente in grado di esistere consapevolmente? Saremo capaci di permettere a noi stessi e all’umanità tutta di compiere il prossimo passo evolutivo, ri-scoprendoci esseri appartenenti a un mondo molto più vasto, riscoprendo-ci come specie per sviluppare la nostra più grande identità terrestre, planetaria? Abbiamo bisogno di costruire l’homo eco-logicus, a partire dagli assunti basilari della visione eco-sistemica della vita.
Leggo tristemente, in questi giorni, sui social, all’interno di molteplici articoli e riflessioni, un forte ritorno a una visione antropocentrica del mondo, un pesante passo indietro rispetto a tante scoperte scientifiche, più o meno recenti. Tutto questo mi offre la possibilità di approfondire la mia analisi, di cercare e ri-cercare il profondo senso pedagogico insito negli avvenimenti attuali. Avremo la forza e la lungimiranza di analizzare la realtà da un punto di vista molto più ampio che veda le relazioni e interdipendenze tra tutti gli esseri viventi e le conseguenze di un uso e abuso delle risorse naturali? Riusciremo ad ammettere a noi stessi che l’essere umano ha deturpato e inquinato la Terra che da milioni di anni lo accoglie, rendendo gravemente difficoltosa la sua stessa sopravvivenza nel Pianeta?

Possiamo ancora scegliere, ma dobbiamo farlo ora

Possiamo ancora scegliere quale Vita vogliamo vivere noi e quale Vita vogliamo lasciare in dono ai nostri figli, ma non possiamo aspettare, siamo chiamati a farlo ora. Abbiamo bisogno di imparare a “esserci” sul Pianeta. Come ci insegna Edgar Morin nell’opera I sette saperi necessari all’educazione del futuro, «Il comune destino planetario richiede lo sviluppo della consapevolezza che siamo tutti interdipendenti, che la biodiversità è funzionale alla vita e che ogni parte è funzionale all’insieme».
Si tratta di porre le basi per un diverso punto di vista sulla realtà, in cui l’essere umano è concepito non più come estraneo o addirittura padrone del Pianeta, ma come espressione più dinamica e versatile di Gaia (il riferimento è a James Lovelock).
Come recita Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Sì «prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti».
Capire “chi sono io” diventa allora il primo passo per rispondere a un quesito ancora più urgente “come dare un significato più alto alla mia stessa esistenza per sentirmi utile alla vita?” (Ecopsiché-Scuola di Ecopsicologia, www.ecopsicologia.it).

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Scrive per noi

Silvia Mongili
Silvia Mongili
PhD in Qualità della Formazione, pedagogista, ecotuner, green life professional coach, consulente e formatrice. Presta attività di consulenza specialistica in materia di educazione ambientale e alla sostenibilità. E' docente a contratto presso l'Università degli Studi di Cagliari e responsabile di ECOPSICHE’ SARDEGNA – Scuola di Ecopsicologia.